Regia: Michael Patrick King
Sceneggiatura: Michael Patrick King
Cast: Sarah Jessica Parker, Kim Cattrall, Kristin Davis, Cynthia Nixon, Chris Noth
Ci sono voluti diversi anni per convincere le quattro protagoniste di una delle serie di maggior successo degli ultimi anni a tornare nei panni dei personaggi che le hanno rese celebri.
A scrivere e girare il film è stato chiamato Michael Patrick King, considerato il miglior sceneggiatore e regista della serie, che sotto la guida di Darren Star si è imbarcato nel difficile compito di adattare questa "settima stagione" al grande schermo.
Si, perchè il film comincia proprio da dove era terminata la sesta, bellissima, stagione e poco importa che siano passati quattro anni: dopo un romantico "salvataggio", Carrie e Big sono tornati (per l'ennesima volta) insieme; Charlotte è felicemente sposata, con figlia adottiva cinese a carico; Miranda idem ma con figlio "naturale" e vive a Brooklin (la nuova Manhattan [cit.]) e Samantha si è trasferita a Hollywood con il suo ragazzo, giovane divo della TV.
Il film è appunto strutturato come se fosse una normale stagione televisiva, e così troveremo l'abituale divisione in stagioni (letteralmente), con l'autunno che segna la rottura degli equilibri delle coppie e la primavera che costituisce il rtitorno della tranquillità (ma il lieto fine non sarà riservato a tutti...).
Questa estrema schematicità costituisce sia il punto di forza che quello debole del film.
Se da un lato, infatti, il feeling del serial viene ricreato alla perfezione, con la quasi incessante voce fuoricampo di Carrie, l'attenzione che si sposta regolarmente da una protagonista all'altra (dando comunque molto più spazio a quest'ultima) e le ambientazioni classiche della serie (sfilate di moda, alberghi lussuosi e soprattutto l'ormai celebre appartamento della protagonista), dall'altro, i 140 minuti di durata sono davvero eccessivi per una commedia e il meccanismo rischia di stancare, risultando inevitabilmente ripetitivo e annacquato.
Per fortuna il talento di King è rimasto invariato e sebbene la sua penna si sia notevolmente ammorbidita, riesce ancora a sorprendere lo spettatore con situazioni riuscitissime, spesso esilaranti e altre volte più drammatiche e intense, grazie anche alla bravura (e al coraggio) delle interpreti.
Per cercare di aggiungere qualche nuovo ingrediente all'impasto collaudato della seire, viene introdotto un nuovo personaggio: l'assistente di Carrie (Jennifer Hudson, oscar per Dreamgirls e cantante di successo), che si trasferisce a New York per trovare l'amore. Purtroppo il personaggio non viene sfruttato adeguatamente e difficilmente allo spettatore importerà se riuscirà a raggiungere il suo intento.
Viene da chiedersi se ci fosse davvero bisogno di un'operazione (commerciale, diranno i più) del genere.
La risposta, personalmente, è sì: se da un lato il film non aggiunge assolutamente niente(le riflessione sull'età che avanza, i problemi di coppia, l'impossibilità di costruire un legame duraturo erano stati già amiamente trattati nella serie), dall'altro va considerato che nel desolante panorama che ci viene offerto dalla (defunta) commedia americana da diversi anni a questa parte, fatto di trame banali, personaggi stereotipati e totale mancanza di coraggio e inventiva (salvando alcune produzioni "indipendenti"), Sex and the City è una boccata di ossigeno per un genere che ormai ha trovato rifugio sul piccolo schermo (con gioielli come Desperate Housewives, My name is Earl, Arrested development e lo stesso Sex and the City).
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