8.4.08

Recensione: Wonderful Days

Regia: Moon-saeng Kim
Sceneggiatura: Michael Keyes, Moon-saeng Kim

Lungometraggio di animazione coreano di grande impatto e oggetto di enormi sforzi produttivi, Wonderful Days è un film che dal punto di vista visivo non lascia spazio a dubbi in merito alla sua bontà.

Tecnicamente infatti è davvero difficile muovere critiche nei confronti dell'enorme team che ha dato vita ad un impianto estetico di ottima fattura. I creatori si sono avvalsi essenzialmente di tre tecniche distinte: il “vecchio” 2d per i personaggi, modellini per gli ambienti, animazione in CG per le scene molto movimentate e gli effetti speciali. Ma è grazie a quella che è stata definita “multimation” (un procedimento atto ad unire tecniche così diverse) che è stato possibile amalgamare il tutto arrivando di fatto a creare il vero punto di forza dei questo prodotto per l'intrattenimento.
Dove invece risiedono i piccoli problemi della pellicola è nella sceneggiatura vera e propria e nella scarsa originalità della quasi totalità degli elementi. La storia raccontata infatti ricorda da vicino numerose produzioni del vicino Giappone, una storia di ambientalismo e di sete di potere, di ideali e di rispetto per la natura che in quanto a tematiche richiama alla mente i lavori più importanti del grande maestro Miyazaki. Ma come si diceva anche gli elementi stessi che la compongono sembrano uscire direttamente da qualche serie animata del passato. I personaggi, ad esempio, sono estremamente
stereotipati: abbiamo il ragazzo che ha abbandonato il benessere per lottare a favore di chi soffre e che protegge un ingenuo e dolcissimo fratellino, abbiamo la ragazza che pur avendo scelto un altra strada non lo ha mai dimenticato, abbiamo il terzo incomodo a metà strada fra i buoni e i cattivi, e abbiamo il cattivone di turno assetato di potere e senza rispetto per la vita umana che non si ferma di fronte a nulla per ottenere ciò che desidera. Addirittura i mezzi di trasporto utilizzati dai protagonisti richiamano alla mente quelli di altri grandi film di animazione del passato.
Bisogna comunque ammettere che nonostante questi evidenti difetti il film si lascia guardare davvero piacevolmente. Dopotutto la storia non sarà il paradigma dell'originalità ma propone una tematica molto attuale e per molti versi toccante. I personaggi saranno un po macchiettisti ma conquistano agevolmente la nostra simpatia. Le carrellate sui panorami devastati dall'inquinamento sono molto affascinanti e le musiche fanno un ottimo lavoro nel sottolineare i momenti più lirici della pellicola. Soprattutto nel finale, nonostante qualche piccola svista di sceneggiatura, acquista un identità fortissima allontanandosi dagli stereotipi e non ricercando a tutti i costi il classico happy ending (per ostentando un certo spirito positivista), riesce a chiudere nel migliore dei modi la pellicola.
Riassumendo possiamo dire di trovarci di fronte a un progetto riuscito a metà, che di certo non entrerà nell'olimpo del genere ma che è meritevole di essere visionato da una nutrita ed eterogenea schiera fatta non solo di appassionati (e forse saranno proprio i neofiti ad
apprezzarlo maggiormente).
Volendo inquadrare Wonderful Days nel contesto delle produzioni d'animazione coreane (e orientali in genere) bisogna inoltre ammettere che il valore di questa pellicola non si ferma alle sue qualità intrinseche. In realtà questo lungometraggio non ha nulla da invidiare ad anime nipponici ben più blasonati e dimostra quindi che anche in Corea ci sono i mezzi per realizzare prodotti di questo genere che possano tener testa a quelli che fono ad ora sono stati il punto di riferimento del settore. Tutto dipenderà ovviamente dal desiderio di superare i difetti elencati in questa recensione, ovvero di slegarsi da quella che è la tradizione e di ricercare un identità propria e un reale spirito di innovazione che non si fermi agli aspetti puramente tecnici ma che coinvolga soprattutto quelli artistici e concettuali.
Di certo dopo questa visione saranno molti gli appassionati che terranno gli occhi ancor meglio puntati su una nazione che promette grandi cose e che ha rivelato un enorme potenziale, probabilmente, non ancora espresso al meglio.


Recensione a cura di Nosf

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