Sceneggiatura: Allan Loeb
Cast: Halle Berry, Benicio Del Toro, David Duchovny, Alison Lohman
Titolo originale: Things we lost in the fire
In sala dal: 16 Maggio
Sito ufficiale: QUI
Cast: Halle Berry, Benicio Del Toro, David Duchovny, Alison Lohman
Titolo originale: Things we lost in the fire
In sala dal: 16 Maggio
Sito ufficiale: QUI
“Oltre il fuoco” è l’esordio hollywoodiano per Susanne Bier (di cui abbiamo apprezzato il precedente e mal distribuito “Dopo il matrimonio”, con il sempre grande Mads Mikkelsen) che ha potuto, almeno così sembra dall’interessante trailer, esportare in una produzione americana la sensibilità e il modo di fare cinema tipici della “scuola nordeuropea”.
Nel cast, oltre ad Halle Berry e a Benicio Del Toro che appaiono anche nella locandina, trovano posto David Duchovny (non conoscere Fox Mulder è un reato federale) e Alison Lohman (vista di recente nel monotono “False verità”).
In seguito ad una inspiegabile tragedia, due persone cercano un nuovo approccio alla vita.
Quando Audrey Burke (Halle Berry)perde suo marito (David Duchovny) in un atto di violenza spregiudicato e inspiegabile, lei stabilisce una relazione con Jerry Sunborne (Benicio Del Toro), amico d’infanzia del marito, più volte argomento di discussione per la coppia, altrimenti sempre affiatata.
Jerry è, infatti, un tossicodipendente e la sua dipendenza ha rovinato tutto ciò che aveva di caro.
Audrey scoprirà che Jerry è la sola persona che possa aiutarla a sopravvivere al suo dolore, mentre Jerry troverà grazie a lei la forza per superare i suoi di problemi.
La Bier torna a parlare di legami familiari, di famiglie divise e di lutti, proprio come nel suo precedente film, solo che questa volta non è lei ad occuparsi della sceneggiatura (neanche in “Dopo il matrimonio” lo ha fatto, ad onor del vero, tuttavia il soggetto si basava su una storia scritta da lei), bensì Allan Loeb (sceneggiatore anche del prossimo “21: La banca è aperta” del quale troverete un’anteprima settimana prossima), anche produttore del film insieme a Sam Mendes (“American Beauty” e “Jarhead”) e Sam Mercer (che ha prodotto tutti i film di M.Night Shyamalan dal “Sesto senso” in poi).
Le incantevoli musiche, delicate e al contempo struggenti (potete ascoltarne un’anteprima sul sito ufficiale del film), sono invece opera di Johan Söderqvist, storico collaboratore della regista danese dai tempi di “Brødre“.
Ed è stata la stessa regista ad imporsi affinchè il film venisse girato in una città sulla costa Nord-Occidentale del Pacifico, precisamente a Seattle, affermando che si tratta di un’area molto diversa dal resto dell’America, in cui c’è una maggiore sensibilità nei confronti di chi soffre e questo avrebbe aiutato a rendere reali personaggi come Brian e Jerry, senza rischiare di stereotipare l’idea che si ha della tossicodipendenza, rendendola “cool”, o come Audrey. L’unica paura è quella di trovarsi di fronte ad un clone, seppur non dichiarato, di “Monster’s ball” (sempre con Halle Berry), per tutto il resto abbiamo piena fiducia sia nel film che in uno dei maggiori talenti del nord-europa.
Purtroppo il film uscirà qui in Italia solo a Maggio, il 16 per essere precisi, nonostante sia stato presentato alla Festa del cinema di Roma, riscuotendo enorme successo.
L’America, intanto, si prepara ad accogliere il Dvd, in uscita il 4 Marzo.
Ancora una volta arriviamo tardi.
Nel cast, oltre ad Halle Berry e a Benicio Del Toro che appaiono anche nella locandina, trovano posto David Duchovny (non conoscere Fox Mulder è un reato federale) e Alison Lohman (vista di recente nel monotono “False verità”).
In seguito ad una inspiegabile tragedia, due persone cercano un nuovo approccio alla vita.
Quando Audrey Burke (Halle Berry)perde suo marito (David Duchovny) in un atto di violenza spregiudicato e inspiegabile, lei stabilisce una relazione con Jerry Sunborne (Benicio Del Toro), amico d’infanzia del marito, più volte argomento di discussione per la coppia, altrimenti sempre affiatata.
Jerry è, infatti, un tossicodipendente e la sua dipendenza ha rovinato tutto ciò che aveva di caro.
Audrey scoprirà che Jerry è la sola persona che possa aiutarla a sopravvivere al suo dolore, mentre Jerry troverà grazie a lei la forza per superare i suoi di problemi.
La Bier torna a parlare di legami familiari, di famiglie divise e di lutti, proprio come nel suo precedente film, solo che questa volta non è lei ad occuparsi della sceneggiatura (neanche in “Dopo il matrimonio” lo ha fatto, ad onor del vero, tuttavia il soggetto si basava su una storia scritta da lei), bensì Allan Loeb (sceneggiatore anche del prossimo “21: La banca è aperta” del quale troverete un’anteprima settimana prossima), anche produttore del film insieme a Sam Mendes (“American Beauty” e “Jarhead”) e Sam Mercer (che ha prodotto tutti i film di M.Night Shyamalan dal “Sesto senso” in poi).
Le incantevoli musiche, delicate e al contempo struggenti (potete ascoltarne un’anteprima sul sito ufficiale del film), sono invece opera di Johan Söderqvist, storico collaboratore della regista danese dai tempi di “Brødre“.
Ed è stata la stessa regista ad imporsi affinchè il film venisse girato in una città sulla costa Nord-Occidentale del Pacifico, precisamente a Seattle, affermando che si tratta di un’area molto diversa dal resto dell’America, in cui c’è una maggiore sensibilità nei confronti di chi soffre e questo avrebbe aiutato a rendere reali personaggi come Brian e Jerry, senza rischiare di stereotipare l’idea che si ha della tossicodipendenza, rendendola “cool”, o come Audrey. L’unica paura è quella di trovarsi di fronte ad un clone, seppur non dichiarato, di “Monster’s ball” (sempre con Halle Berry), per tutto il resto abbiamo piena fiducia sia nel film che in uno dei maggiori talenti del nord-europa.
Purtroppo il film uscirà qui in Italia solo a Maggio, il 16 per essere precisi, nonostante sia stato presentato alla Festa del cinema di Roma, riscuotendo enorme successo.
L’America, intanto, si prepara ad accogliere il Dvd, in uscita il 4 Marzo.
Ancora una volta arriviamo tardi.
Un’anteprima a cura di Svengali
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