Regia: Yukio Ninagawa
Sceneggiatura: Yukio Ninagawa, Takuya Miyawaki
Cast: Kazunari Ninomiya, Aya Matsuura, Baijaku Nakamura, Anne Suzuki, Kumiko Akiyoshi
Produzione: Giappone, 2003
E' la storia del delitto perfetto che poi, come da tradizione, perfetto non si rivela. A commetterlo non è un efferato serial killer, ma un ragazzo normalissimo, con qualche problema forse, ma niente di difficilmente riscontrabile in un giovane adolescente. Un ragazzo che vede nel suo ex patrigno, ristabilitosi abusivamente nell'abitazione della sua famiglia, un usurpatore della pace familiare, un intruso. Che a ben vedere è esattamente quello che è, un uomo che non ha nulla da offrire e che per quanto possa essere poco approfondito nel film, lo è quanto basta per rendere evidente che non si tratta certo di una persona apprezzabile. Il problema non è l'atteggiamento più che legittimo che il protagonista, di nome Shuuichi, ha nei suoi confronti, ma è il metodo che egli decide di adottare per sbarazzarsi del problema. Un metodo, l'assassinio, che dal suo personalissimo punto di vista, comprensibile per molti versi, è del tutto legittimo. Non ci sono ripensamenti, non ci sono sensi di colpa, mentre l'omicidio viene pianificato. Ma dopo quel gesto, dopo la faccia dell'uomo che si contrae sotto gli occhi sbarrati del suo carnefice, niente sarà più come prima. Il mondo crolla addosso a Shuuichi, lentamente, inesorabilmente, anche dopo che il caso viene archiviato come morte naturale dalla polizia. Il senso di colpa, il rimorso, una serie di piccoli dettagli che sembravano inezie prima del momento fatidico ritornano a galla. Le cose peggiorano quando

Davvero, è difficile non lasciarsi coinvolgere da questa pellicola, grazie a una sceneggiatura perfetta e a una regia che fa il suo lavoro in maniera eccellente. L'occhio del regista si sofferma più sugli sguardi che sulle parole, esempio lampante la scena in cui Shuuichi e Noriko si fissano attraverso il vetro d

Poetico e toccante, profondo e sconvolgente, attuale e riflessivo. Tre delle scene citate, quella del primo omicidio, quella che ritrae Shuuichi e Noriko in uno scambio di sguardi di rara profondità e quella finale, varrebbero da sole la visione. Ma The blue light è in realtà stupendo dall'inizio alla fine, viaggio nell'animo di un adolescente turbato, parabola del rimorso, incursione negli antri più oscuri del cuore umano.
Da vedere e da assaporare minuto dopo minuto, fino al termine della visione, quando in un impeto di emozione verrebbe voglia di lasciarsi avvolgere e abbandonare in quella bellissima luce blu.
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