27.4.08

Recensione: La sposa fantasma - Over her dead body

Regia: Jeff Lowell
Sceneggiatura: Jeff Lowell
Cast: Eva Longoria Parker, Lake Bell, Paul Rudd, Jason Biggs Una nuova commedia per la casalinga disperata Eva Longoria, ma all’orizzonte nulla di diverso dalla solita minestra riscaldata



Kate (Eva Longoria Parker) donna perfezionista al millesimo, rimane accidentalmente uccisa il giorno prima delle sue nozze con il disincantato Henry (Paul Rudd). Trascorso oltre un anno dall’accaduto l’affranto (ex)sposo si rivolge ad una medium, Ashley (Lake Bell), nella speranza di potersi “liberare” dall’angosciante peso per la perdita subita, ma trova invece nella ragazza una nuova anima gemella, al punto tale che i due instaurano quasi subito una relazione destinata ad esser duratura e che li porterà quanto prima all’altare. Nulla di speciale se non fosse che Kate, sospesa nella “sala d’attesa” dell’aldilà, ritorna sotto forma di spirito e incomincia ad assillare Ashley perché non sposi il “suo” Henry. Jeff Lowell, noto più al pubblico televisivo come produttore del serial televisivo “Spin City”, imbastisce una commedia ricca di equivoci e luoghi comuni che prova a ricalcare (con scarsa abilità) l’onda del successo ottenuto, ormai una decade fa, dal melodrammatico “Ghost - Fantasma” di Jerry Zucker, con il quale condivide parecchie affinità, dalla coppia divisa dal tragico evento (in quel caso Demi Moore e Patrick Swayze) alla sensitiva, qui nel duplice ruolo anche di fidanzata (ma Whoopi Goldberg è tutto un altro vedere a livello recitativo e in quanto a carisma). Sempre a livello di analogie, lo stesso tema era stato trattato di recente dal ben più riuscito “Se solo fosse vero”, con Reese Witherspoon e Mark Ruffalo per la regia di Mark Waters. Insomma non proprio una ventata di freschezza e originalità, e al di là delle poche (ma simpatiche) gag riuscite (il pappagallo metempsicosi di Kate si rivela una scelta azzeccata oltre che ilare), molto spesso il sorriso lascia spazio alla noia e al senso di già visto. Al centro di tutto la casalinga disperata (probabilmente l’epiteto se lo porterà per ancora lungo tempo) Eva Longoria (in Parker) che adombra Paul Rudd, onnipresente nelle commedie alla “Jude Apatow”, e Lake Bell, proveniente anche lei dal mondo della tv (“Boston legal”), in un miscuglio di generi che non riesce a soddisfare né chi è alla ricerca di un film romantico, né chi cerca la commedia spensierata. Tutto si risolve nella più banale delle banalità, lasciando a bocca asciutta, complice un ritmo narrativo abbastanza fiacco e dei protagonisti non proprio azzeccati, senza dimenticare ovviamente i ritmi da sit-com che mal si sposano (e proprio il caso di dirlo) con il grande schermo. Un esordio sicuramente sfortunato quello di Lowell, non che come sceneggiatore avesse ottenuto molto di più (“Il mio ragazzo è un bastardo” n.d.r.). Particina per il Jason Biggs della serie “American Pie” che interpreta, tanto per cambiare, l’amico gay (o presunto tale) di turno. Acerbo.
Recensione a cura di Svengali

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