ma non spegne la sua volontà di seguire le orme del fratello.
Tutto ciò viene narrato durante i primi 10 minuti del film, un sapiente alternarsi tra passato e presente, con Speed che si trova letteralmente a rincorrere il fantasma del fratello.
Un incipit geniale, che mette subito in chiaro ciò che il film ha da offrire: spettacolo puro e ritmo indiavolato. Ritmo che miracolosamente rimane costante per tutta la durata del film, come i Wachowsky (non) ci avevano abituato nei loro film precedenti.
La trama, ovviamente, è poco più che un pretesto per collegare tra loro le varie gare:un industriale vuole spingere il protagonista a gareggiare per lui, egli si ribella cerca di rovesciare il "sistema" (le corse sono tutte truccate).
Non mancano alcuni colpi di scena, per lo più prevedibili.
La narrazione, comunque, scorre sempre spedita e non annoia mai, anche grazie
ad alcuni espedienti registici assolutamente innovativi e ai tantissimi colori utilizzati, che fatto somigliare il film ad un vero anime.
Sul piatto vengono gettati diversi personaggi, tutti stilizzati e sopra le righe. La famiglia del protagonista è composta dai genitori, dalla fidanzata e dal fratellino, con la sua scimmietta. A questi ultimi due sono affidate le "scenette" comiche, vero punto debole del film. Esse, infatti, sono spesso stupide e forzate, evidentemente dirette ad un pubblico (molto) infantile.
Il cast di comprimari è generalmente buono, grazie alla professionalità di fuoriclasse come John Goodman, Susan Sarandon e Christina Ricci, ma il migliore è probabilmente Roger Allam che si ritaglia un ruolo gustoso, nei panni del cattivo.
Un pò deludente il protagonista Emile Hirish, di solito bravo attore, che qui si limita a recitare le battute senza un minimo di entusiasmo.
Ma veniamo al vero cuore del film: le gare. Ce ne sono quattro, di cui una divisa in due parti (il lunghissimo rally, che probabilmente costituisce anche la parte migliore del film) e sono tutte assolutamente straordinarie.
Durante questi momenti si viene letteralmente catapultati all'interno del film, il ritmo è frenetico (ma
mai confusionario), le evoluzioni delle auto sono riprese con inquadrature spesso azzardate e sempre spettacolari e il montaggio semplicemente perfetto.
Vi è un vero e proprio tripudio di colori (vi chiederete se ne esistano veramente così tanti...).
Una stimolazione sensoriale che interessa anche l'udito, grazie all'ottima colonna sonora di Michael Giacchino (un'incrocio riuscito tra Alias e Gli incredibili) e agli effetti audio esaltanti.
Per tutta la durata delle gare si sta letteralmente con il cuore in gola, e alla fine di queste si tira un sospiro di sollievo, esattamente come i piloti coinvolti.
In definitiva, pur con i suoi difetti, Speed racer rappresenta probabilmente uno dei film più spettacolari della storia e sarebbe davvero un peccato perderselo... Correte al cinema!
Recensione a cura di ferdi
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