16.5.08

Recensione: Underdog -Storia di un vero supereroe

Regia: Frederik Du Chau
Sceneggiatura: Adam Rifkin, Joe Piscatella, Craig A. Williams
Cast: Peter Dinklage, James Belushi, Alex Neuberger, Patrick Warburton, Taylor Momsen

Da un cartone di successo negli anni ‘60-’70, l’adattamento in live action firmato Disney



Dopo aver deluso il corpo di polizia a causa del suo olfatto ingannatore, un giovane beagle viene rapito da un folle scienziato, il Dr. Simon Barsinister (Dinklage), e trasformato, accidentalmente, in un cane dotato di super poteri.
Riuscito a fuggire alle grinfie del dottore viene adottato dalla famiglia Unger, Dan (Belushi) e Jack (Neuberger), e ribattezzato col nome si Shoeshine.
Quando lo scienziato pazzo metterà in pericolo la vita di tutti gli abitanti di Capitol City, Shoeshine abbandonerà i suoi abiti “borghesi” per trasformarsi nel supereroe Underdog e salvare così non solo la città, ma anche la sua amata cagnetta Polly.
Trasposizione in live action di una serie a cartoni animati nata nel 1964 per mano di W. Watts Biggers, “Underdog” è una piacevole commedia per famiglie (dietro c’è la Disney) che non manca di divertire e far sognare, nonostante la prevedibilità (ovvia) e le poche pretese.
Di film sui supereroi se ne sono visti a bizzeffe, questa settimana addirittura due (“Superhero - Il più dotato tra i supereroi” è l’altro), ma di supereroi canini ancora non ce n’era traccia.
Ci ha pensato allora Frederik Du Chau (“Striscia, una zebbra alla riscossa”) ha dare un volto reale (e digitale) ad una delle prime parodie della figura di Superman (e di tutti i supereroi con una doppia identità) che la storia ricordi (e le battute finali ne elogiano ampiamente gli intenti).
Oltre al simpatico beagle nel cast anche attori in carne ed ossa che fanno da “spalla” al cane e che, tuttavia, oltre a pronunciare qualche battuta irritante ed inscenare qualche gag mal riuscita non vanno.
Deludono infatti sia il giovane Alex Neuberger (“Running scared”) che l’attempato (e proprio il caso di dirlo) James Belushi (non credo abbia bisogno di presentazioni).
Acqua e sapone invece l’altro giovane volto del cast, la quindicenne Taylor Momsen, che avevamo visto già in “Paranoid Park” di Gus Van Sant.
Discorso a parte meritano invece i villain, due dei più famosi dell’intera serie tv, il dottor Simon Barsinister, mefitico e mefistofelico negli abiti di Peter Dinklage (“Funeral party” e “Prova ad incastrarmi”), e il suo fido aiutante (ma lui ama definirsi collega) Cad (Patrick Warburton è un abitueé come doppiatore di cartoni animati), ma su quest’ultimo hanno forse calcato troppo la mano dell’ironia e della stupidità; di contraltare il trio composto da Riff Raff (nella serie originale ispirato all’attore George Raft, qui trasformatosi da cane lupo in Rottweiler), che fa il verso al De Niro de “Gli Intoccabili”, e i suoi due scagnozzi.
Ad una prima parte sufficiente ne segue una intermedia alquanto blanda e priva di colpi di scena, salvo poi riprendersi nel finale dove in preda all’euforia da computer grafica (tipica di questi tempi) sopraggiunge il più totale no-sense, con la sceneggiatura che cede il posto al delirio, tra cani che si rincorrono nella volta del Campidoglio, scienziati volanti e viaggi al centro della terra.
“Underdog” si inserisce a metà strada tra “Alvin superstar” e i film parodistici, non mancano infatti i canonici stilemi del genere, dall’incontro con il “diverso” (gli esseri umani), alla presa di coscienza, fino al classico finale “da fiaba” in cui tutti, bene o male, vivono felici e contenti.
Tutto sommato prevedibile, sicuramente piacerà più ai giovani che ai cinefili incalliti, ma i novanta minuti scorrono tranquilli a patto di riporre in un cantuccio i pregiudizi.
Le voci originali sono di Jason Lee (Shoeshine/Underdog), Amy Adams (Polly) e Brad Garrett (Riff Raff), mentre la voce italiana del supercane è di Pasquale Anselmo.
Promosso (con riserva).


Recensione a cura di Svengali

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