5.3.08

SerialTV: Introduzione alla rubrica

Da un punto di vista televisivo, questo decennio verrà ricordato sicuramente come quello dei serial. Mai come in questi ultimi anni ce n'è stata una tale proliferazione, con una qualità media elevatissima.

Ce n’è per tutti i gusti: sul fronte drammatico abbiamo serie “corali” ad alto budget, quali Lost e Heroes, thriller ad alta tensione come 24 e The shield, serie fuori dagli schemi come Carnivàle e Nip/Tuk. Su quello della commedia, poi, troviamo esemplari che per scrittura e realizzazione superano qualsiasi film di genere analogo apparso sul grande schermo negli ultimi anni: seie “al femminile”, come Sex and the city e Desperate housewives o piccoli gioiell, come Arrested development.

Tutti i moderni serial sembrano seguire le stesse “regole” per quanto riguarda la struttura: gli episodi durano in media 40 minuti (quelli delle commedie possono durare la metà, come nel caso di Arrested development) e ogni stagione ne conta in media 22, 23 o 24 (raramente superano questa cifra).

In comune, di solito, hanno anche la struttura narrativa: c'è sempre un gruppo variegato di personaggi, con un protagonista dal ruolo più o meno marcato (si va dall'“onnipresente” Jack Bauer di 24, al Peter Petrelli di Heroes, che ha praticamente lo stesso specifico degli altri comprimari), i quali hanno il loro background personale (esplorato sovente tramite flashback, come nel caso di Lost), le cui storie sono legate da uno scopo comune, che rappresenta il tema principale di ogni stagione

Le stagioni si concludono, di solito, fornendo più domande che risposte, in modo da spingere lo spettatore a seguire il proseguo della serie.

In questa rubrica vi parleremo dei serial più meritevoli di attenzione, tra i tanti che affollano i palinsesti televisivi italiani (e non), dando spazio anche a serie che non hanno ricevuto la giusta attenzione da parte del pubblico (o di chi gestisce i palinsesti), tra le quali si nascondono dei veri gioielli...


Una rubrica a cura di Ferdi

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