24.7.08

Il Cavaliere Oscuro

Regia: Christopher Nolan
Sceneggiatura: Christopher Nolan, David S. Goyer
Cast: Christian Bale, Michael Caine, Heath Ledger, Gary Oldman, Aaron Eckhart, Maggie Gyllenhaal, Morgan Freeman

I dati parlano chiaro: The Dark Knight era il film più atteso della stagione cinematografica. E finalmente è arrivato. Anche in Italia.


Ed è da uno dei timori più sentiti da parte dei fans italiani che vogliamo introdurre questa recensione: il doppiaggio. La paura c'era, soprattutto in relazione al Joker, che il pasticcio venisse fatto. E invece tutti sono rimasti a bocca (mezza) aperta, perchè Giannini si è cimentato in un impresa a dir poco proibitiva ed è riuscito a non deludere. Non che il suo lavoro renda alla perfezione la performance del compianto Ledger, beninteso (ma diciamocelo in tutta franchezza, chi ci sarebbe riuscito?), tuttavia il Joker terrorizza, inquieta, diverte. Anche in italiano. Quello che lascia realmente delusi è il calo qualitativo nel lavoro di Santamaria, il doppiatore di Bruce Wayne/Batman, che pure si era comportato discretamente nel bellissimo prequel, ma che in questa occasione non riesce a regalarci un doppiaggio quantomeno accettabile. Peccato. E peccato anche per qualche svarione come quello della ballerina russa dalla voce che ha fatto ridere migliaia di persone nel primo giorno di proiezioni. Per il resto siamo nella norma e tutto sommato non possiamo dichiararci delusi da questo adattamento in lingua italiana, che non è perfetto, ma nemmeno disastroso.
Detto questo passiamo all'analisi vera e propria del film che, lo diciamo subito a scanso di equivoci, è quanto di più diverso ci si potesse aspettare rispetto a Batman Begins (ogni paragone risulterebbe quindi fuorviante in fase di recensione).
Se già il contesto del prequel era estremamente realistico, in questo caso ci troviamo di fronte ad un prodotto talmente vicino a quelle che sono le dinamiche del genere poliziesco da farne un esemplare totalmente estraneo alle caratteristiche tipiche dei comic movie tanto diffusi negli ultimi anni. Potremmo anzi dire che il modo in cui viene resa la lotta al crimine è quanto di più realisticamente drammatico ci si potesse attendere. Anche la struttura filmica lo rende decisamente atipico, in particolare il montaggio frenetico, quasi convulso, che ci vede saltare da una situazione all'altra, da un luogo all'altro, da un personaggio all'altro, come a voler preannunciare quel caos equo che diventerà, nell'incedere della trama, una delle tematiche portanti del film (e conoscendo la coerenza di Nolan non abbiamo dubbi che la cosa si voluta).
In funzione di ciò la dualità è quindi il perno attorno al quale gira questa giostra complessa messa in piedi dal regista, una giostra che afferra gli spettatori e li fa girare vorticosamente permettendo loro di vedere di volta in volta una diversa facciata di quel grande luna park degli orrori che è Gotham. Ed è così che passiamo dalle crisi morali di Wayne/Batman (che è esso stesso un esempio di quella dualità) alla corruzione dilagante negli agenti di polizia, dalla lotta intelligente di Dent alle macchinazioni della mafia, da un criminale che inaspettatamente si rivela più umano della gente comune alla follia lucida e spietata di Joker.
Ed è di lui che vogliamo parlare. Perchè se già tutti sembravano saperlo, questa è la pronta conferma che il vero protagonista non è nessun altro. E' lui il marionettista che tende I fili della baracca, è lui la star, è lui quello che ti entra dentro. Lui è il cattivo per eccellenza e siamo sicuri di non esagerare nel dire che il cinema ha visto raramente, ma davvero raramente, un villain così carismatico e così ben caratterizzato ed interpretato. Già il modo in cui il personaggio viene fatto apparire lo rende particolarmente attraente, Joker compare e scompare, si prende gioco di tutti, buoni e cattivi, poliziotti e mafiosi. E a dirla tutta si prende gioco anche degli spettatori, ma diciamocelo, quanto è bello lasciarsi prendere in giro in tal modo... I colpi di scene migliori, quelli più eclatanti, sono organizzati da lui, anche quando tutto sembra andare per il meglio ci si rende conto che le cose stavano semplicemente andando come lui voleva. La sensazione è fin da subito quella di trovarsi di fronte a qualcosa di superiore, qualcosa che va al di la di tutto quello che abbiamo visto fino ad ora.
Dal punto di vista registico Nolan non delude, sebbene vi siano pochi combattimenti essi sono ben orchestrati e non se ne sente la carenza in virtù della natura del prodotto che, lo ripetiamo, ha poco a che spartire con gli altri esponenti del genere supereroistico. Un notevole contributo alla sensazione di sopraffazione che pervade l'opera, dall'inizio alla fine, è dato dalle buone musiche. Sempre presenti, incalzanti, infarcite della giusta dose di drammaticità che del resto caratterizza questa pellicola. Anche quando, nella parte finale, la sceneggiatura si divide, seguendo da una parte il Joker e dall'altra la sua creatura, non si rimane spaesati ma si assiste per l'ennesima volta a uno sdoppiamento, a una divisione che ben rappresenta il personaggio venutosi a creare e che è l'incarnazione di questo concetto. La fotografia è buona e si eleva a tratti in sprazzi di pura spettacolarità (basti pensare alle scene girate ad Hong Kong).
Per quanto riguarda le performance recitative del cast abbiamo già parlato della straordinaria prova di Ledger (l'unico rammarico è che non vedremo mai più un Joker così). Il solo che sembra soffrire di questa predominanza è proprio il Cavaliere Oscuro, ma questa sembra più una conseguenza di scelte in fase di sceneggiatura che un effettiva mancanza di Bale. Il resto degli attori si attesta su livelli medio alti, con una Gyllenhaal decisamente più decorosa della sostituita Holmes e con un Aaron Eckhart sorprendentemente performante nel doppio ruolo di Dent/Due Facce.
Possiamo concludere dicendo che tutti hanno fatto egregiamente la propria parte in un prodotto per il cinema che forse non sarà perfetto (si potrebbe comunque accusare la scelta di lasciare in secondo piano il personaggio che da il titolo al film, oppure qualcuno potrebbe storcere il naso di fronte all'unica scena leggermente perbenista -che tuttavia si presta ad interessanti approfondimenti-) ma che senz'altro rimarrà per sempre nella storia della cinematografia, per svariati motivi.
Il principale dei quali è che, alla fine, quando si esce dalla sala, quando si torna alle proprie case, il suo sorriso e la sua folle malvagità sono ancora li di fronte a te, sembrano non volersene andare mai più, ti restano nel cuore e nella mente. E ci si rende conto che nonostante tutto, su tutto e su tutti il vero vincitore è sempre e soltanto lui: Joker. Heath.



Recensione a cura di Nosf

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