8.7.08

Top e flop nei primi sei mesi del 2008 (Parte II)

La seconda e ultima parte dedicata al meglio e al peggio di quanto visto in sala in questi primi sei mesi dell’anno.

Riprendiamo da dove avevamo lasciato ieri, per l’ultima parte della classifica.













APRILE:


Mese segnato dal visionario Wes Anderson, che dopo il criticato “Le avventure acquatiche di Steve Zissou” (ma il sottoscritto è tra coloro che, al contrario, hanno apprezzato non poco la pellicola) omaggia l’India (e ancora una volta la famiglia) nel ‘train movie” “Il treno per il Darjeeling”, incentrato su un trittico fraterno alquanto eterogeneo che spazia dall’Owen Wilson, sempre presente nei film del regista, suicida recidivo all’occhialuto Adrien Brody, passando per il giovane Jason Schwartzman, latin lover dal cuore infranto.

Una pellicola ricca di significati e caratterizzata, al solito, da innumerevoli tocchi di classe, per uno stile, quello di Anderson, ormai inconfondibile.

Tuttavia il mese di Aprile ha segnato anche il ritorno in cabina di regia per George Clooney, che con il romantico “In amore niente regole” ha regalato una piacevole commedia dal gusto retrò.

Sul fronte opposto non si contano gli sfaceli, ma ad uscirne vincitore è il bruttissimo “3ciento - Chi l’ha duro...la vince”, imbarazzante produzione dagli autori di “American pie”.

A seguire c’è comunque “Next”, il cui unico elemento di spicco è l’orrenda capigliatura di Nicolas Cage (il fatto che sia incapace di rendersi espressivo lo diamo per assodato).



MAGGIO:


Il mese che ha segnato la “riscossa” del cinema italiano a livello internazionale (merito soprattutto delle proiezioni sulla Croisette) rimane altresì maggiormente impresso per l’opera (prima di una trilogia) del russo Sergei Bodrov, “Mongol”, vita del conquistatore Mongolo Temudjin, meglio noto come Gengis Khan, a cui da volto il bravissimo Tadanobu Asano, calatosi abilmente nella parte.

E sempre in tema di trasformismi, un altro notevole esempio di trasformazione lo riscontriamo con il poliedrico Toni Servillo, immagine del nuovo cinema nostrano, che si trasforma per Matteo Garrone in un uomo senza scrupoli al servizio della camorra e per Sorrentino nel senatore a vita Giulio Andreotti.

D’altro canto non mancano comunque le classiche operazioni commerciali, come nel caso di “Superhero - Il più dotato dei supereroi” o di “Rise - La setta delle tenebre” (la Ghost House Pictures ha bissato questo mese con “Boogeyman 2”), che giocano le carte del demenziale o si rifanno ai classici film di genere, non riuscendo né a far ridere (nel caso del film prodotto da Zucker) né a risultare interessanti (come nel caso del film con Lucy Liu protagonista).



GIUGNO:


E veniamo all’ultimo mese preso in esame.

Per quel che mi riguarda il film del mese è il brasiliano “Tropa de elite - Gli squadroni della morte”, del carioca José Padilha.

Storia vera ambientata nelle odierne favelas di Rio de Janeiro, dove il BOPE (Battaglione per le operazioni speciali) opera quotidianamente nel tentativo di arginare il fenomeno della criminalità, in costante crescita.

Un “City of god” privo della stessa carica emotiva, ma al contempo ugualmente vero.

Notevole anche il ritorno in sala del gigante di giada, che dopo le delusioni patite dai fan per l’adattamento firmato da Ang Lee nel 2003, hanno finalmente visto realizzati i loro “sogni”, in un cinefumetto che mantiene gran parte delle promesse, merito anche dei due protagonisti, l’esile Edward Norton e lo spietato Tim Roth (già autore di una bella performance nell’ultimo di Coppola, “Un’altra giovinezza”), ossessionato dal mostro che si cela dentro Bruce Banner.

Il titolo di delusione del mese spetta invece al catastrofico “E venne il giorno” di M. Night Shyamalan.

Pellicola priva di mordente e incapace di trasmettere alcuna emozione, una fredda sequela di immagini senza senso.

Ma non dimentichiamoci del pessimo “Chiamata senza risposta”, ennesimo remake di un film orientale (“The call” di Miike Takashi) ed ennesimo film inutile.



A cura di Svengali

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